«Le regole di Bruxelles sono troppe, i costi per le imprese devono essere ragionevoli», dice il ceo di Abb che in Borsa ha toccato una capitalizzazione monstre: 100 miliardi di franchi svizzeri. «In Italia non tagliamo»
Morten Wierod, norvegese, classe 1972, dall’agosto 2024 è il ceo di Abb, il gruppo svizzero-svedese dell’elettrificazione in cui è entrato nel 1998. Abb, che in Borsa capitalizza poco meno di 100 miliardi di franchi svizzeri, conta 105 mila dipendenti e ha una forte presenza in Italia.
Mister Wierod, Abb che lei guida ha chiuso un 2024 da record. L’elettricità aiuta i bilanci. In particolare, in quali settori e in quali parti del mondo?
«Sì, il 2024 è stato un anno record per Abb, in molti settori e praticamente in tutto il mondo. Questo perché si è riscoperta l’importanza dell’elettrificazione e dell’energia elettrica. Pensiamo solamente all’impatto dell’automazione in molti settori industriali. Abb aiuta i propri clienti ad essere leaner and cleaner, più snelli nell’organizzazione del lavoro e più puliti nelle emissioni. Quanto ai settori penso alla transizione energetica che ha guidato il nostro business, le nuove fonti energetiche che si integrano nella rete elettrica, ma anche alla elettrificazione di qualsiasi cosa. Dall’industria ai buildings, con un maggior utilizzo dell’energia elettrica che ha fatto aumentare i consumi globali di energia, tanto che sono cresciuti più velocemente di qualsiasi altra fonte energetica. Questa è stata una spinta per il business di Abb, così come lo è stato la diffusione dei data center, che basano la loro attività sull’energia elettrica. L’intelligenza artificiale il machine learning sono trend destinati a durare a lungo».
Quali le aree di maggior interesse?
«Abb è molto ben equilibrata con il proprio business: approssimativamente abbiamo un terzo delle revenues che arrivano dall’America, un terzo dall’Europa, dove siamo nati e un terzo dall’Asia e dall’Africa. Questo si unisce a una presenza locale che favorisce il singolo cliente. Quello che noi vendiamo in Europa è per il 98 per cento prodotto in Europa. E così è altrove. Vogliamo essere vicini a dove operano i nostri clienti. Questo ha permesso ad Abb, nel corso degli ultimi cinque esercizi di ottenere importanti risultati. Applichiamo la formula del thinking global but acting local e questo rende Abb molto vicina a dove operano i propri clienti».
Il vostro business è baciato dalla transizione energetica.
«Uno dei punti di riferimento della nostra attività odierna è aiutare la società a trasformare l’approvvigionamento energetico da fonti principalmente fossili a fonti con un basso contenuto di origine fossile e integrare queste nuove fonti nella rete globale. Quello che facciamo è supportare con la nostra tecnologia la transizione energetica. L’energia elettrica è destinata ad essere nel prossimo futuro una fonte energetica sempre più importante in ogni Paese del mondo e per ogni industria. L’elettrificazione di qualsiasi cosa è quanto sta accadendo ovunque, Asia, Europa, America. E lo dimostrano i consumi elettrici, in forte aumento. Ma questo, per funzionare, ha bisogno di reti e di network particolarmente capaci e ramificate. Le grandi utilities, come l’italiana Enel, hanno strutture sempre più affidabili e capaci, proprio per supportare il business dei loro clienti e la domanda in crescita in ogni settore industriale e manifatturiero».
di Nicolò Di Leo
Su questa strada di straordinaria crescita si è messa di traverso l’amministrazione Trump. L’America tira il freno a mano sul cambiamento green. Come reagite?
«È importante focalizzarsi sulla sicurezza energetica e sull’approvvigionamento energetico. Quando sentiamo slogan come Drill baby, drill, noi pensiamo che ci sia un aumento della estrazione di gas negli Stati Uniti. Ma questo ci porta a ritenere che ci siano massicci investimenti nella produzione di energia, che guida la crescita degli Stati Uniti, così come in altre parti del mondo. Gli Usa stanno investendo nell’allargamento della loro base energetica, contenendo i costi. Il rapporto con l’Europa è esemplificativo, tanto che in Europa l’industria chimica o dell’acciaio sono fortemente gravate da costi energetici. Queste industrie, ma non sono le uniche, importano gran parte delle loro fonti energetiche. Quello che vediamo negli Stati Uniti ora è una grande sfida ad aumentare la competitività delle fonti energetiche a favore dell’industria, con molte società che vanno negli Usa a produrre. Ma questa è una tendenza non nuova, sono almeno otto anni che si è manifestata».
Non temete i dazi di Trump?
«Quello che noi cerchiamo sempre di fare è di essere il più possibile local nei mercati in cui operiamo. Vogliamo produrre dove sono i clienti. E questa è una soluzione capace di dare risposte al tema dei dazi. È difficile oggi dire che impatto avranno sul nostro business, ci saranno lunghi negoziati che determineranno il nuovo contesto, che cambia continuamente. Abb matura circa il 28 per cento del proprio fatturato negli Stati Uniti. Abbiamo sentito annunci sull’alluminio e l’acciaio e già è cambiato l’atteggiamento rispetto a Messico e Canada. Crediamo comunque di riuscire a minimizzare l’impatto dei dazi sui conti del 2025».
di Massimiliano Del Barba
L’Unione europea appare in difficoltà tra Asia e Usa.
«Noi siamo un gruppo europeo, quotato in Svizzera e in Svezia, con profonde radici in questi territori. Siamo interessati all’Europa e non mi interessa lamentarmi dell’Unione europea. Ma è evidente che quello che serve è un cambiamento. Nel campo delle regole, ce ne sono troppe. Troppe aree in cui l’Unione europea descrive come fare le cose, mentre dovrebbe essere compito dell’industria individuare le soluzioni all’interno di una cornice normativa. Nel campo dell’energia posso solo rilevare che oggi in Europa costa troppo e che la domanda costringe alla importazione di gas da Paesi al di fuori dell’Unione e questo mette le industrie europee sotto pressione. Qualcosa non sta andando nella direzione giusta, anche se questa Commissione sta cercando di cambiare. Ma è necessario essere vicini alle imprese, con prezzi energetici ragionevoli e con meno regole e burocrazia. È necessario rendere le aziende europee competitive con le asiatiche e le americane. È una grande sfida per la nuova commissione».
L’Italia come si pone nella geografia di Abb?
«Per noi l’Italia è un mercato molto importante all’interno dell’Unione europea. Abbiamo 17 siti produttivi, 8 stabilimenti che servono il mercato globale e circa 5.800 dipendenti. Abbiamo una squadra molto forte e una posizione importante sul mercato locale. Al tempo stesso è un hub di esportazione verso l’Europa e molte altre aree del mondo. Il livello di competenze presente in alcune aree, come nelle soluzioni per l’elettrificazione a basso e medio voltaggio, è il più elevato in tutto il gruppo Abb. E voglio dire pubblicamente che siamo molto orgogliosi dei team che abbiamo in Italia, a Bergamo, a Dalmine, a Frosinone».
Eppure da più parti si teme un ridimensionamento della vostra presenza in Italia.
«Non c’è alcun ridimensionamento della nostra presenza in Italia. Lo dicono i numeri, siamo a livelli record, con oltre 3 miliardi di fatturato. Abb a livello globale è uscita dal business dell’alto voltaggio e delle power grid e dal business della trasmissione elettrica, per cui rispetto al 2019, quando non avevamo ancora ceduto a Hitachi le nostre attività, il business è molto cambiato. Oggi siamo più focalizzati sulle esigenze delle aziende clienti. In Italia stiamo crescendo e abbiamo investito, negli ultimi cinque anni, più di 450 milioni di euro nelle operations italiane».
di Silvia Ognibene
Cosa si aspetta dal 2025?
«Siamo positivi sull’anno appena iniziato. Siamo convinti che, così come lo è stato il 2024, anche il 2025 sarà un anno record per Abb. Lavoriamo in mercati in crescita e siamo nelle condizioni per sfruttare tutte le opportunità che abbiamo davanti, stanno aumentando le revenues e siamo pronti a operare non solo nella transizione energetica, ma anche nell’automazione dei processi, perché la mancanza di manodopera è una sfida in molti dei mercati in cui operiamo».
Lei è ceo dall’agosto 2024. Come immagina il gruppo alla fine del suo mandato?
(Ride) «Ho appena iniziato il viaggio e per adesso posso dire che è stata una buona partenza. Vorrei che Abb aumentasse il rapporto di fiducia con la propria clientela. Vogliamo essere un partner tecnologico per i nostri clienti, aiutandoli a rimanere competitivi e a diventare più sostenibili nel business. Come ho detto prima, vorremmo riuscire a rendere i nostri clienti leaner and cleaner, più efficienti e sostenibili nel business».
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