L'impollinazione delle piante da fiore da parte degli animali rappresenta un servizio di grande valore per l'umanità, sia dal punto di vista economico sia per il beneficio nei confronti delle piante spontanee e coltivate.
Oltre il 75% delle principali colture agrarie e circa il 90% delle piante selvatiche da fiore si servono degli animali impollinatori per trasferire il polline e garantire la riproduzione delle specie.
Secondo l’International Institute for Sustainable Development (IISD), ecosistemi sani con una fiorente biodiversità aiutano a mitigare l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e sono fonte di medicine sia moderne che tradizionali.
Il valore economico del servizio di impollinazione animale è stimato in circa 153 miliardi di dollari a livello mondiale, dei quali circa 26 nella sola Europa e circa 3 in Italia. (Fonte Ispra “Piante e insetti impollinatori”).
La sopravvivenza delle api è messa a rischio da una molteplicità di fattori:
- l’inquinamento atmosferico e delle risorse idriche
- alcuni pesticidi, utilizzati per uccidere insetti dannosi per l’agricoltura, agiscono in modo negativo anche sulle api
- la scarsa biodiversità ambientale, causata dalle monocolture, riduce la varietà di specie vegetali da cui attingere il polline
- l’intenso sviluppo urbano
- i cambiamenti climatici che riducono i fiori e quindi il polline a disposizione.
Inoltre i cambiamenti climatici, modificando il calendario delle fioriture, generano squilibri nei comportamenti delle colonie delle api e aumentano il rischio di estinzione di alcune specie vegetali che non vengono più impollinate.
L’Italia ha un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in ambito europeo sia per numero totale di specie vegetali e animali, sia per l’alto tasso di endemismo. Gli elevati numeri di specie esclusive del nostro Paese comportano una
grande responsabilità in termini di conservazione per l’Italia.