Vera sostenibilità vs greenwashing

All’ultima conferenza sul clima, la Cop27 di Sharm El-Sheikh, oltre alle raccomandazioni per ridurre le emissioni di CO2, sono state per la prima volta indicate anche delle linee guida per combattere il fenomeno crescente del greenwashing.

La curva delle emissioni globali si sta piegando, ma non abbastanza rapidamente per ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 come si sarebbe voluto. I consumatori e i movimenti ambientalisti chiedono ai governi e al mondo produttivo maggior concretezza, lungimiranza e trasparenza.

Anche nel nostro Paese questa richiesta è emersa fino ad arrivare in Parlamento: l’8 febbraio 2022 la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge che inserisce la tutela dell’ambiente tra i princìpi fondamentali della Costituzione.

 All’articolo 9 è stato aggiunto un nuovo comma che riconosce tra i principi fondamentali anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, nell’interesse delle future generazioni. L’articolo 41 è stato integrato: l’iniziativa economica privata non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente (premettendo questi due limiti a quelli già vigenti, ovvero la sicurezza, la libertà e la dignità umana) e si riserva alla legge la possibilità di indirizzare e coordinare l’attività economica, pubblica e privata, a fini non solo sociali, ma anche ambientali.

Greenwashing: dalle parole ai fatti

Molte aziende - per soddisfare questa richiesta di sostenibilità - dichiarano il loro impegno a ridurre le emissioni e sottoscrivono la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

L’organizzazione tedesca New Climate Institute, ha analizzato gli annunci in tema di sostenibilità di molte grandi aziende e ha rilevato che, dietro a questi annunci si nasconde spesso un ecologismo di facciata, che viene definito Greenwashing.

Queste aziende cercano di costruirsi una reputazione green (oggi molto gradita ai consumatori di tutto il mondo) tramite azioni di marketing ingannevoli (campagne pubblicitarie, o iniziative di “responsabilità sociale”). Questo approccio alle problematiche ambientali non comporta un reale miglioramento  dei processi produttivi adottati, o dei prodotti realizzati.

La Federal Trade Commission (FTC) americana è stata la prima a definire delle linee guida che impongono alle aziende chiarezza e trasparenza nel definire gli obiettivi concreti del proprio impegno per l’ambiente. In Italia, il greenwashing viene considerato pubblicità ingannevole ed è controllato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha multato in passato alcune aziende del settore acque minerali che definivano, nelle campagne pubblicitarie, le loro bottiglie di plastica: a “impatto zero” o “amiche dell’ambiente” millantando pregi ambientali non veritieri.

Per verificare la reale sostenibilità delle aziende esistono le certificazioni ambientali, come lo standard europeo EMAS, l’ISO 140001, o il Global Recycled Standard.

Raccomandazioni Onu per un approccio corretto al tema sostenibilità

Il gruppo di alti esperti delle Nazioni Unite sulle emissioni Zero ha realizzato il Report “Integrity matters: net zero commitments” che contiene raccomandazioni per porre fine al greenwashing e per promuovere misure che aiutino realmente la sostenibilità ambientale.

Net Zero è un obiettivo che si applica a un’intera organizzazione e alla sua catena del valore considerando anche le emissioni indirette di carbonio, dai fornitori fino agli utenti finali.

Il documento dell’Onu definisce 5 principi e 10 raccomandazioni per una corretta azione di comunicazione in tema di sostenibilità a contrasto di una comunicazione greenwashing.

L’impegno di ABB secondo i principi guida dell’ONU

Ogni soggetto che intende promuovere misure che aiutino realmente la sostenibilità ambientale deve operare secondo questi 5 principi:

1 - Operare significative riduzioni delle emissioni a breve e medio termine per raggiungere zero emissioni entro il 2050

  • Nel 2020 ABB ha ridotto le sue emissioni globali di gas serra del 49% rispetto al 2013.

2 - Dimostrare integrità, azioni concrete e investimenti

  • ABB E-mobility  nel 2022 ha inaugurato a San Giovanni Valdarno (AR) il suo più grande impianto di produzione di stazioni di ricarica in corrente continua (investimento di 30 milioni di dollari) per portare sul mercato soluzioni di ricarica che contribuiscano alla diffusione della mobilità elettrica.

3 - Garantire trasparenza assoluta nella condivisione di dati rilevanti, comparabili sui piani e sui progressi effettivi raggiunti

  • ABB nel 1995 comunica per la prima volta i suoi obiettivi ambientali e nel 2000 pubblica il primo rapporto sulla sostenibilità con le prestazioni ambientali diventato ora annuale.

4 - Mantenere una credibilità consolidata attraverso piani basati sulla scienza e certificati da terze parti

  • Gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra di ABB sono convalidati dall’iniziativa Science Based Targets in linea con lo scenario dell’accordo di Parigi.

5 - Dimostrare impegno per l'equità e per la giustizia in tutte le azioni

Raccomandazioni

Tra le 10 raccomandazioni proposte dagli esperti ONU, sono 2 quelle che ABB persegue con estrema determinazione.

L’impegno deve prevedere obiettivi e modalità di attuazione; il programma deve coprire l'intera catena del valore

  • Il Supplier Sustainability Development Program di ABB dal 2010 forma i fornitori di ABB

Eliminazione graduale dei combustibili fossili e aumento delle energie rinnovabili

  • Nel 2019, il 30% dell'elettricità consumata da ABB nel mondo proveniva da fonti rinnovabili
  • Nelle sedi ABB in Italia, dal 2019 la fornitura di energia proviene al 100% da fonti rinnovabili certificate.

Fonte: ONU “Integrity matters: net zero commitments by businesses, financial institutions, cities and regions

Leggi anche

 

 

  • Contattaci

    Compila il modulo web e ti contatteremo

    Contattaci
Select region / language