Portiamo i robot nell'economia circolare

È indubbio che il pianeta stia attraversando diverse crisi ambientali: dall'inquinamento all'eccessivo spreco di energia e risorse, fino all'eccessivo numero di prodotti che vengono gettati e scartati alla fine del loro ciclo di vita. Consumare energia e materiali e poi produrne o estrarne altri per realizzare ancora più prodotti non solo non è sostenibile, ma impoverisce la capacita del mondo di offrire nuove risorse e di assorbire i rifiuti che produciamo.  

È evidente che abbiamo bisogno di un'economia molto più circolare, che utilizzi i rifiuti i prodotti e i materiali scartati come una risorsa preziosa, consentendoci di ridurre la quantità di materiale grezzo che dobbiamo estrarre, lavorare e trasportare.  

Questo è il messaggio del Circularity Gap Report 2023 [1]: con un'economia circolare globale, potremmo soddisfare le esigenze di tutti utilizzando solo il 70% dei materiali che attualmente estraiamo e utilizziamo. Attualmente, i materiali che vengono riciclati alla fine della loro vita rappresentano solo il 7,2% di tutti i materiali immessi nell'economia. Questa piccola percentuale è diminuita nel corso degli anni. Per trovare una soluzione, gli autori del report hanno identificato quattro aree in cui è possibile intervenire per migliorare la circolarità. Una di queste è "Beni prodotti e materiali di consumo" e una delle principali priorità è quella di estendere la durata di vita di attrezzature, macchinari e beni.  

I robot contribuiscono a ridurre gli sprechi  

Grazie alla loro capacità di eseguire movimenti precisi in modo ripetuto e costante, i robot svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione degli sprechi di materiale. Di conseguenza, abbiamo assistito a un'esplosione delle vendite di robot: l'ultimo rapporto dell'International Federation of Robots (IFR) [2] indica il 2021 come un anno record, con un massimo storico di oltre 500.000 nuovi robot industriali installati nelle fabbriche di tutto il mondo.  

Questa crescita è incoraggiante per i produttori di robot come ABB e l'utilizzo dei robot porta indubbiamente grandi vantaggi agli utenti, ma cosa succede alla fine della vita operativa di un robot? Produttori come ABB sono alla costante ricerca di modi per ridurre la loro impronta ecologica e lo smaltimento responsabile dei robot è una componente chiave dell'economia circolare.  

Per contribuire a questo obiettivo, ABB offre servizi che assicurano che i propri robot facciano la loro parte nel risolvere gli obiettivi della sostenibilità globale. Questo approccio in sei fasi non solo aiuta le aziende a sostenere l'economia circolare, ma porta anche benefici economici.  

Progettati per durare  

L'impegno di ABB per garantire una sostenibilità a lungo termine dei suoi robot inizia fin dalla fase di progettazione. Progettati tenendo conto della qualità e della longevità, alcuni robot ABB sono in uso da oltre 35 anni. L'azienda di ingegneria svedese Magnussons, ad esempio, ha ricevuto il suo primo robot ABB nel 1974. Dopo 42 anni di funzionamento costante, questo robot ha smesso di funzionare solo quando l'azienda ha chiuso il suo sito produttivo nel 2016.  

Una vita più lunga  

ABB offre diverse soluzioni che estendono la durata dei robot, come i servizi data-driven che consentono agli utenti di intraprendere azioni che ottimizzano la durata dei loro robot. Questi servizi includono la manutenzione preventiva, la manutenzione basata sulle condizioni (CBM) e i Connected Services. Il servizio CBM consente ai clienti di capire quali sono i robot più sottoposti a usura.  

Il primo livello prende in considerazione l'intera flotta di robot, durante il quale vengono identificati i robot più utilizzati. Al secondo livello, questi robot vengono controllati in modo approfondito e gli esperti ABB effettuano ulteriori analisi per individuare le cause del sovraccarico e raccomandare una strategia di manutenzione su misura.  

Grazie a questo servizio, è possibile prolungare la vita di un robot e contribuire all'economia circolare, riducendo la manutenzione necessaria.  

Nell'industria, questo servizio ha aiutato un importante produttore automobilistico a identificare i robot più sollecitati nel suo stabilimento, producendo azioni di manutenzione preventiva che consentiranno a 280 robot di continuare a lavorare fino al 2035, nonostante abbiano già accumulato 25.000 ore di produzione.  

Dare ai robot una seconda vita  

Come dice il proverbio, tutte le cose belle hanno una fine, e lo stesso vale per i robot. Una volta che un robot ha raggiunto la fine della sua vita operativa, ABB offre un servizio di rigenerazione e riacquisto che consente di riutilizzare o riciclare prodotti e componenti. In genere, il 60-80% di un robot può essere riutilizzato, mentre il resto viene inviato a partner di riciclaggio certificati. Ad esempio, quasi tutti i robot ABB utilizzati nell'industria automobilistica hanno una seconda vita, e fino a un quinto ne ha una terza.  

I sei centri di rigenerazione di ABB, in Asia, Europa e Stati Uniti, ritirano circa 250 robot all'anno, dando loro una seconda vita presso gli stessi clienti o nuovi.   Con l'aumento dei tempi di consegna dovuto all'interruzione della catena di approvvigionamento, in gran parte conseguenza della pandemia globale, nel 2022 si è registrato un aumento di oltre il 25% della domanda di robot ricondizionati e ABB prevede un ulteriore incremento della domanda, in quanto i produttori cercano soluzioni più sostenibili.  

Negli ultimi 25 anni, migliaia di robot sono stati ricondizionati e aggiornati dai team di rigenerazione di ABB. Oltre ai robot già posseduti, anche le apparecchiature periferiche, come i controllori e i manipolatori, vengono ricondizionati in condizioni "come nuove".  

Prima di essere etichettato come robot rigenerato certificato ABB, ogni unità di seconda mano viene sottoposta a controlli rigorosi, tra cui un'ispezione dettagliata e un test funzionale di almeno 16 ore. Ogni robot rigenerato viene fornito con una garanzia di due anni e può essere aggiornato per funzionare con il controller più recente.  

Quando acquistano macchinari ricondizionati, gli utenti godono dello stesso livello di supporto da parte dei team di assistenza locali, compresa l'installazione e la formazione, come se acquistassero un robot ABB nuovo.  

L'acquisto di robot ricondizionati può ridurre il 75% delle emissioni di CO2 durante la produzione, rispetto all'acquisto di robot nuovi. Per esempio, smaltire un ABB IRB 6640 come rottame significherebbe sprecare 1,4 tonnellate di materiale, soprattutto metallo, per il cui recupero e ricondizionamento occorrono molta energia e quindi emissioni.  

Costruire un'economia circolare con i robot  

Con il progressivo interessamento del mondo ai problemi legati all'ambiente, un numero sempre maggiore di utenti di robot sta abbracciando l'economia circolare. Aiutando a massimizzare la vita utile dei suoi robot - riutilizzandoli e smaltendoli in modo responsabile alla fine del loro ciclo di vita -ABB sta aiutando gli operatori di robot a trovare soluzioni per una gestione più sostenibile.

Fonti

[1] https://www.circularity-gap.world/2023

[2] https://ifr.org/ifr-press-releases/news/wr-report-all-time-high-with-half-a-million-robots-installed

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