- Brugola OEB Industriale ha abbracciato i concetti di sostenibilità ed efficienza attuando diverse strategie.
- I primi risultati sono già ora tangibili, mentre altri progetti a medio e lungo termine contribuiranno al raggiungimento della neutralità carbonica.
Il tessuto imprenditoriale italiano è ricco di imprese che, con il proprio nome, hanno contribuito ad accrescere il prestigio di un intero settore. Tra queste anche Brugola OEB Industriale Spa, conosciuta più semplicemente come Brugola, azienda fondata nel 1926 da Egidio Brugola, colui che nel 1945 depositò e ottenne il brevetto per la vite testa cava esagonale con gambo a torciglione, conosciuta più comunemente come vite a brugola. Brugola, inserita dagli anni 80 nella filiera automotive è oggi leader di produzione di viti e componenti di fissaggio per i maggiori costruttori di auto a livello mondiale, settore molto attento alle tematiche green e nel quale è richiesto che le aziende abbiano un piano di sostenibilità. In futuro si andrà sempre più in questa direzione, fino a far diventare la sostenibilità una caratteristica discriminante per la scelta dei partner.
I vantaggi della sostenibilità
La visione imprenditoriale che guida Brugola include la sostenibilità e l’attenzione nei confronti dell’ambiente.
“Le iniziative che abbiamo elaborato vanno in due direzioni. – conferma Jody Brugola, presidente dell’azienda – Una riguarda l’impatto diretto dei nostri processi e, quindi, si realizza con miglioramenti tecnologici per ridurre i consumi e gli sprechi di materie prime ed energia. L’altra implica azioni volte a raggiungere la neutralità carbonica. Siamo una azienda manifatturiera e non sarebbe realistico pensare di azzerare i consumi, ma possiamo attuare progetti di compensazione per avvicinarci il più possibile al concetto di impatto zero. Ognuno di questi passaggi ha contribuito all’avvicinamento e successivamente all’ingresso nell’Energy Efficiency Movement fondato da ABB, un vero e proprio movimento pensato per attuare, migliorare e condividere le migliori pratiche per un futuro più efficiente dal punto di vista energetico”.
L’obiettivo dichiarato da Brugola prevede la riduzione del 70% della CO2 equivalente generata rispetto a un anno di riferimento (il 2019) e la totale neutralità carbonica entro il 2035.
Un potenziale da sfruttare al meglio
In una azienda manifatturiera, i processi possono celare interessanti margini di efficientamento. In Brugola si è partiti con alcuni interventi relativamente semplici, come l’aggiornamento degli impianti di illuminazione con luci a Led e il recupero degli oli impiegati nei cicli produttivi, fino a progetti recenti finalizzati alla gestione delle sovratensioni della rete elettrica con l’obiettivo di ridurre di circa il 5/7% i consumi dei macchinari.
Grandi soddisfazioni sono arrivate anche da altre iniziative, come conferma Marco Cerruti, HSE Manager dell’azienda.
“Siamo intervenuti sui sistemi di generazione dell’aria compressa, per noi da sempre una importante voce di costo. Abbiamo perciò sostituito i compressori con modelli più efficienti, che hanno garantito una riduzione dei consumi elettrici che per alcuni dei nostri stabilimenti ha raggiunto il 35%”.
“Siamo andati oltre, – aggiunge Cerruti – dagli stessi compressori, ad esempio, abbiamo recuperato il calore che viene generato reimpiegandolo per il riscaldamento di alcuni reparti, ottenendo un risparmio del 40% sul consumo di gas naturale. Far parte dell’Energy Efficency Movement è un’ottima occasione per condividere queste e altre iniziative, a nostra volta prendendo spunto dalle best practices di altri movers”.
Compensare, ma in locale!
C’è poi il tema della compensazione, solitamente declinato come riforestazione di aree boschive in luoghi remoti del globo.
“Brugola al contrario è un’azienda molto legata al territorio e per questo abbiamo deciso di avviare una partnership con una realtà locale che si occupa di creare foreste di bambù gigante. – ha concluso Cerruti – Si tratta infatti di una pianta a rapido accrescimento e capace di assorbire CO2 in quantità fino a 36 volte superiore rispetto a un bosco misto delle nostre latitudini. Al momento contribuiamo al mantenimento di 6 ettari piantumati in Lombardia, ma ogni anno incrementiamo questo valore per arrivare all’obiettivo di neutralità carbonica dell’azienda entro il 2035”.