Domande e risposte più frequenti

FAQ


Come scegliere la potenza per un gruppo di continuità (UPS)?

Per scegliere la potenza dell’UPS occorre in prima battuta verificare quali siano gli assorbimenti dei carichi da alimentare in caso di blackout. Occorre considerare alcuni parametri principali relativi al carico da alimentare:

  • Potenza apparente
  • Potenza attiva
  • Fattore di potenza
  • Tipo di alimentazione
  • Autonomia richiesta

In genere gli UPS riportano oltre al dato di potenza apparente (in kVA o VA) anche quello di potenza attiva, espresso in Watt (W) o kiloWatt (kW) e uno di potenza reattiva in VoltAmpere o kiloVoltampere.

Il dimensionamento dipende molto dal tipo di carico e dall’applicazione, vediamo qualche esempio.

Per dispositivi come PC, server, modem in genere è sufficiente verificare che la somma delle potenze dei carichi protetti espressa in W sia inferiore a quella dell’ups.

Le applicazioni tipiche richiedono potenze inferiori a 1500W, in media un PC assorbe infatti circa 250W, un modem 80W, una stampante da 80 a 150 W.

Generalmente si preferisce sovradimensionare leggermente (30%) l’UPS in modo che possa funzionare anche con leggeri sovraccarichi.

Parliamo di applicazioni che non vanno oltre i 1500W, in media un PC assorbe infatti circa 250W, un modem 80W, una stampante da 80 a 150 W.

Il catalogo UPS a bassa potenza riporta dati utili alla scelta dell’UPS, come potenza attiva reattiva e autonomia in funzione della potenza del carico.

Se parliamo di carichi induttivi, ad esempio dispositivi con motori elettrici le cose si complicano. Va verificato ad esempio che la corrente che l’UPS può erogare sia conforme a tutte le condizioni di funzionamento del motore, che in alcune fasi del suo funzionamento come l’avviamento può assorbire molta più corrente rispetto alla condizione di regime. Questo può portare a sovradimensionamenti dell’ups anche di 6/7 volte la potenza del motore. Inoltre, occorre verificare che il motore non possa invertire il flusso di corrente verso l’UPS, perché questo lo danneggerebbe.

Per un dimensionamento corretto di UPS di potenza maggiore di 50kVA si consiglia di fare una richiesta specifica. 


Quale gruppo di continuità (UPS) acquistare?

La scelta del gruppo di continuità dipende molto dall’applicazione.

In ambito residenziale sia per la protezione di infrastrutture informatiche (PC, gaming, router) che per garantire la continuità ai sistemi di sicurezza (video sorveglianza e controllo accessi) si possono valutare UPS monofase. Infatti, se parliamo di dispositivi di bassa potenza come PC senza alimentatore a PFC attivo può essere sufficiente utilizzare un UPS line interactive, meno costoso di un UPS a doppia conversione ma comunque in grado di proteggere il PC da interruzioni, cali di tensione o sovratensioni.

L’ups a doppia conversione fornisce una protezione più completa, ad esempio è in grado di eliminare disturbi non lineari come la distorsione armonica ed è in grado di funzionare anche con alimentatori a PFC attivo. Tipicamente vengono utilizzati per garantire la continuità di servizio di server room, per il funzionamento di ATM e POS, oppure in sistemi di illuminazione di emergenza e antincendio, sistemi critici, di video sorveglianza e di controllo accessi.

 

Un altro tipo di distinzione, per potenze maggiori è quello tra UPS monolitici e modulari. Un UPS modulare a differenza di un monolitico è composto da moduli che possono aumentare l’affidabilità dell’UPS, diminuire i tempi di manutenzione (estrazione a caldo del modulo) e l’ingombro complessivo dell’UPS. Per questi e altri motivi l’UPS modulare è preferibile per applicazioni dove la continuità di servizio è un must (datacenter, ospedali, siti produttivi).

Per un approfondimento tra le differenze di un UPS monolitico e un modulare si consiglia di fare una richiesta specifica.

Come funziona un gruppo di continuità (UPS)?

Un gruppo di continuità (o UPS) è un dispositivo che sfrutta l’energia accumulata nelle batterie per proteggere il carico da interruzioni di corrente (alcuni esempi di potenziali cause: eventi atmosferici come fulmini o temporali, problemi tecnici su linea elettrica, avvio di grandi carichi, Guasti su impianti vicini).

Esistono diverse architetture e classificazioni degli UPS, definita nella norma EN 62040-3.

Gli UPS più performanti, ossia quelli a doppia conversione o online, sono in grado di filtrare continuamente la tensione in ingresso al carico anche da disturbi come microinterruzioni, armoniche, sovratensioni o sottotensioni.

Questo avviene grazie al doppio stadio di conversione della tensione in ingresso, che passa attraverso un raddrizzatore che la trasforma da alternata a continua e a un inverter in grado di generare tensione sinusoidale perfettamente stabilizzata in ampiezza e frequenza.

In caso l’energia fornita dalla rete non sia sufficiente questa viene fornita dalle batterie, che in condizioni di funzionamento normale sono mantenute cariche grazie al raddrizzatore.

Invece, per quanto riguarda gli UPS a singola conversione il carico è alimentato direttamente dalla rete elettrica  quando l’alimentazione principale è disponibile e in caso di interruzione l’UPS garantisce continuità.

Cosa sono i VA in un gruppo di continuità (UPS)?
VA (voltampere) è l’unità di misura della potenza apparente, composta dalla somma della potenza attiva, che si misura in W, e della potenza reattiva (in VAR o kVAr). La potenza attiva è quella effettivamente assorbita dal carico, mentre quella reattiva rappresenta lo scambio di energia tra il dispositivo la rete e i carichi. 

Da cosa dipende l’Autonomia gruppi di continuità (UPS)?

In caso di assenza dell’alimentazione di rete, l’autonomia di un gruppo di continuità dipende dal numero di batterie utilizzate per l’accumulo di energia (misurata in Ampere Ora o Wattora) e dal carico da alimentare.

Generalmente si scelgono le batterie in modo da alimentare il carico (W) per almeno 5 minuti, questo lasso di tempo è sufficiente a garantire l’alimentazione fino al ritorno dell’alimentazione di rete o allo spegnimento dei computer protetti.

Per la serie di UPS a bassa potenza si consiglia di consultare le tabelle del catalogo per valutare l’autonomia in base alla potenza del carico applicato.

Per UPS di taglia maggiore o autonomie più estese si consiglia di fare una richiesta specifica


Che cos’è la Protezione di backfeed e quando è richiesta?

La protezione di backfeed è richiesta dalla norma IEC 62040-1 Sistemi di continuità (UPS) – Parte 1.

Lo standard prevede due implementazioni alternative di protezione del backfeed; installare un

dispositivo all'interno dell'UPS o l'installazione di un dispositivo esterno, con solo rilevamento del backfeed e controllo implementato all'interno dell'UPS.

Quando l'alimentazione in ingresso viene persa, il dispositivo di protezione di backfeed deve isolare l’UPS dalla rete per prevenire il ritorno di tensioni a monte potenzialmente pericolose. Pertanto, protezione contro il ritorno è principalmente per sistemi UPS in condizioni operative normali, non solo in caso di guasto.

Alcuni modelli di UPS hanno la protezione interna di backfeed, ma altri no. Di conseguenza, nella scelta di un UPS, è essenziale verificare se questa è presente. La mancanza del circuito interno aggiungerà un "costo nascosto" all’ UPS in quanto componenti uguali o simili a quelli dell’UPS andranno montati all’interno del quadro; inoltre potrebbe essere necessario l'uso di una doppia alimentazione, alimentazione separata per il raddrizzatore e bypass, invece di un singolo feed.

Utilizzo di prodotti UPS con il dispositivo di protezione contro il ritorno interno già installati e testati in fabbrica garantisce che i requisiti di sicurezza siano soddisfatti dal fornitore UPS rendendo la soluzione più facile per tutti.


Come scegliere una Protezione con interruttore differenziale in presenza di un gruppo di continuità (UPS)?

In caso di utilizzo di protezioni differenziali deve essere considerato che tutte le apparecchiature elettriche fanno uso di filtri EMC al loro interno che provocano piccole correnti di dispersione verso terra; queste correnti di dispersione, sommate tra loro e sommate a quella dell’UPS, potrebbero provocare l'intervento intempestivo del differenziale. A tal proposito è consigliabile utilizzare differenziali da 0,03A in uscita all'UPS a protezione dei carichi contro contatti indiretti e differenziali da 0,3A o superiori a monte dell'UPS.

In questo modo i carichi saranno protetti dagli interruttori a valle dell'UPS, e le correnti di dispersione dei carichi sommate con le correnti di dispersioni dell'UPS non provocheranno mai l'intervento intempestivo della protezione a monte dell'UPS.

A titolo generale si consiglia di usare:

  • un unico differenziale in caso di UPS in parallelo;
  • differenziali di tipo A per UPS monofase-monofase;
  • differenziali di tipo B per UPS trifase-monofase e trifase-trifase.
Particolare attenzione va prestata in caso di ingressi di by pass e raddrizzatore separati.  Molti UPS sono provvisti di un doppio neutro, uno per ciascun ingresso ed accomunati internamente. Qualora si andassero a collegare due distinti differenziali, uno per ciascun ingresso, si potrebbe avere l’intervento intempestivo di uno o di entrambi anche in funzionamento normale. In questo caso la soluzione è quella di inserire un solo differenziale a monte di entrambi gli ingressi.

Link utili:

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800.551.166

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